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5 aprile 2017

TEORIA SULL’EVOLUZIONE

Molti anni fa ho scritto un racconto (pubblicato sulla rivista “CnS” ) che spiegava, con parole semplici e molta fantasia (anche se scientificamente corretta), la nascita dall’universo della vita, dal titolo ovvio : “… E così.. Nacque la vita !! …” 
Il racconto terminava con queste parole :
…“Ma il gioco più bello lo inventarono proprio gli atomi di carbonio, quando si unirono tra di loro in catena, e, con l’aiuto di tanti idrogeni e di qualche ossigeno e qualche azoto, inventarono tutta una serie molecole, dette “amminoacidi”,  capaci di congiungersi poi tra di loro, e, prova e riprova, un giorno riuscirono a fare sequenze tanto lunghe da diventare “proteine” e…   e qui la storia può continuare finché dura la vita!
Ora è tempo di continuare la storia per spiegare alcuni “perché”…
Dunque...
” Proteina su proteina, amminoacido con amminoacido, un pizzico di atomi di metalli e non metalli, tanta acqua e tanta confusione organizzata, e ne uscì un abbozzo di essere vivente pronto ad evolvere in tante varietà assolutamente imprevedibili.
Cominciarono a formarsi talmente tante specie differenti che, millenni dopo, qualcuno con la mania degli schemi, (forse un ingegnere),  per capirci qualcosa le divise in : vegetali, minerali e animali.
Per quanto riguarda gli animali, gli amminoacidi  che formano le strutture proteiche si affidarono alla casualità per fabbricare strutture multiformi, capaci di sorprendere per la loro funzionalità.
Ne uscì di tutto!  Dai peli al tessuto muscolare, al tessuto osseo rinforzato da alcuni sali, che  alcune cellule particolari continuano a dissociare e altre a riassociare per rinnovarlo.
Ma il capolavoro fu il cervello! Ci furono milioni di prove prima di riuscire a fare un qualcosa che comandasse le funzioni generali di un organismo complesso.
Purtroppo la natura non “butta via” mai nulla e molte forme, pur se “venute male”, trovarono comunque una loro funzione nel mondo animale.
E la selezione naturale per cui “solo i più forti sopravvivevano nel tempo” pian piano popolò il mondo delle forme più resistenti, i cui esemplari prevalenti sono quelli che oggi si definiscono “testa di ciazetadueo” e/o “coglioni”.
Trattasi di forme vitali la cui materia cerebrale viene utilizzata prevalentemente per due funzioni : il funzionamento degli organi interni (cuore, polmoni, ecc..) ed il “sistema idraulico”, mediante il quale si riproducono copiosamente.
Una delle caratteristiche principali di queste diffusissime specie è la convinzione  di essere onniscienti e onnipotenti, e sono proprio queste caratteristiche che li portano a mettersi sempre in evidenza ed aspirare alle cariche di “comando”.
Purtroppo esiste un’altra variazione sullo stesso tema, ed e la categoria dei “rapaci”, ovverosia degli esseri capaci di ogni bassezza pur di ottenere vantaggi per loro.
Queste categorie si sostengono a vicenda ed interagiscono a discapito d’ogni logica pur di soddisfare i loro istinti. La seconda spalleggia la prima nell’arrampicata verso il “potere”, incapaci entrambe di valutare il danno che vanno provocando sul resto dell’umanità e della natura.
La prima categoria ha una caratteristica reazione biochimica, limitata ai glutei, che provoca la produzione di un collante specifico che si attiva in presenza di una “poltrona” e ne rende difficoltoso, se non impossibile, l’abbandono. Oltre a ciò ha la capacità di teletrasportarsi da una poltrona ad un’altra appartenente ad altro sito di comando senza danni per se, ma con uso, anzi abuso, dell’energia pecuniaria, caratteristico “cibo” della specie in questione.
Ci sono poi i “coglioni puri”, ovverosia tutti coloro che si fanno bellamente prendere per i fondelli dalla categoria dei “paraculi”, ossia dalle legioni dei fedelissimi delle categorie suddette. Essi credono ad ogni millanteria da questi propinata, ed al contrario della stessa rifilata dopo poco tempo.
Nella sperimentazione si formarono anche cervelli normodotati, buoni, ottimi ed eccellenti, ma per questi l’uso dei neuroni a scopo riproduttivo fu, ed è ancora,  sempre secondario rispetto alle attività intellettuali e creative, permettendo una progressiva caduta “in minoranza” nei confronti delle altre tipologie.
Per logica statistica talvolta il “comando” passa nelle mani di qualche personaggio “illuminato”, ma, sempre per statistica prevalgono gli onniscenti iponeuronici  che pur di far vedere che  sono loro ad aver “scoperto l’acqua calda” si ammantano il cranio di foglie d’alloro e s’arrogano il diritto di cambiare le cose a loro immagine e somiglianza.
A questo punto “madre natura” inventa l’autodifesa.
Quando l’energia dell’illogico supera il limite di guardia interviene il caos.
Le classi dirigenti cominciano ad incolparsi reciprocamente dei danni provocati.
I paraculi si lanciano in slalom ai limiti delle leggi della fisica.
I rapaci restano in posizione d’attesa a distanza di sicurezza pronti a riprendere un posto di vantaggio.
I coglioni puri in parte prendono coscienza del loro destino e si siedono sugli scalini del sagrato con la testa tra le mani incapaci di capire cosa fare, in parte continuano a credere alle favole propinate.
Le persone normali cercano vie d’uscita  sperando di trovarle.
Gli altri osservano il tutto con un solo pensiero : “Ma quando si riapre ‘sto cavolo di varco dimensionale che voglio tornare nel mio universo ‘che ‘sti alieni non li reggo più!!!”

3 commenti:

  1. Perfettamente d'accordo su questo breve riassunto sull'evoluzione degli esseri viventi, "umani" compresi. Solamente una cosa non condivido: i coglioni, ossia "quelli che si fanno bellamente prendere per i fondelli dalla categoria dei paraculi”, tali sono e tali moriranno. Coglioni incapaci di una seppur minima presa di coscienza sulla loro perpetua condizione di coglioni. Madre natura quella dote gli ha dato e un coglione non ha miliardi di anni a disposizione per mutare. Quindi, il loro destino sarà solo quello: essere coglionati da tutta quella gentaglia farabutta, rapace, incapace... che loro stessi sostengono.

    Ciao Anna

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  2. Quant’è attuale

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  3. D'accordo con Carlo

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Sarò felice di ricambiare la visita se me lo concederete.